Da qualche mese seguo con attenzione il lavoro di Matteo Meschiari, soprattuto quello relativo alla scrittura, così ho proposto a Doppiozero di recensire il suo Antropocene fantastico, da poco pubblicato. Lo stavo facendo quando tra le mani mi sono passati altri due libri, Divenire invertebrato (curato da Enrico Monacelli e Massimo Filippi) e, brevemente prima che fosse tempo di consegnare la recensione, TINA – Storie della grande estinzione (curato da Meschiari e Antonio Vena). Così la mia recensione è diventata un essere mutante, che evolveva man mano che leggevo questi libri, e si è trasformata in un breve saggio sullo “scrivere un altro mondo” che mescola un po’ tutto, libri, idee e generi. Si tratta di un pezzo un po’ delirante, come mi ha detto il povero redattore di Doppiozero che mi ha in carico, l’ho anche scritto con qualche linea di febbre, forse per il Covid o forse no, non si sa perché in questo paese non fanno i tamponi e comunque potrebbe essere anche autofiction. Rimane che ho cercato di parlare di tre libri importanti, ciascuno a modo suo, e spero che questo articolo sia anche l’occasione per parlare di tre piccole case editrici, Aguaplano Libri, Ombre Corte e Armillaria, che stanno facendo un ottimo lavoro per cercare di definire la letteratura di domani.