Su Lotus 164 c’è un estratto (in italiano e in inglese) del mio articolo Paesaggi alterati pubblicato originariamente su Biancamano 2. Il numero di Lotus, dedicato appunto ai paesaggi alterati (Manifactured Altered Landscapes) è molto bello visivamente e pieno di contenuti interessanti. L’articolo parla di nature writing e rappresentazione del paesaggio urbano nella narrativa britannica del dopogruerra, da J.G. Ballard a Iain Sinclair a Robert Macfarlane:
Nel 1999 la casa editrice Chatto & Windus, un tempo nome importante dell’editoria vittoriana e ora satellite di Random House, pubblicava Waterlog: A Swimmer’s Journey Through Britain (in italiano Diario d’acqua. Viaggio a nuoto attraverso la Gran Bretagna, EDT), il primo libro dell’ambientalista Roger Deakin. All’epoca Deakin aveva cinquantasei anni, dal 1968 abitava una fattoria semiabbandonata nel Suffolk e nei decenni precedenti aveva lavorato principalmente come autore e produttore di documentari di argomento vario, dalla musica rock al mondo delle corse di cavalli. Waterlog, ispirato al racconto del 1964 di John Cheever Il nuotatore, raccontava il viaggio compiuto da Deakin nel 1996 per i corsi d’acqua del Regno Unito (cito dalla quarta di copertina originale): «dal mare alle piscine naturali, dai fiumi e torrenti, laghetti, laghi, stagni, stabilimenti balneari, piscine e centri benessere, dalle paludi, dighe, fossati, acquedotti, cascate, dalle cave allagate ai canali» il libro raccontava il Paese da una prospettiva inedita mescolando «storia culturale, autobiografia, racconto di viaggio e storia naturale».