(così mi ha parlato un omino di “Rise of Nation”, l’altra notte, in un momento di inaspettata lucidità)
di boring machines e nuclearfreedom
A che cosa pensano
Questi umani fragili?
(Baustelle)
Sono stato generato al minuto III dell’Epoca Moderna. Sono nato adulto e morirò senza invecchiare. Noi non conosciamo evoluzione, nè decadenza.
Sono passate molte ore dal momento in cui ho aperto gli occhi su questo mondo. Un tempo questa terra era tranquilla, non esisteva niente al di là del mare. I nostri aeroplani hanno percorso lunghe distanze. Tutto è noto, ora, fino ai confini più estremi della nostra immaginazione. Non c’è più niente da scoprire, l’impensabile è scomparso dalle nostre vite come un istinto rimosso. Non esiste altro che queste case, gli arsenali militari che si preparano per l’offensiva imminente. Ma non importa, non ho mai desiderato altro che questo: ciò che vedono i miei occhi è sufficiente per sopravvivere. Va bene così.
Una volta avevo un’occupazione, uno scopo: ero taglialegna. Quando anche l’ultima foresta fu scomparsa ricevetti l’ordine di raccogliere l’oro. Oggi anche i giacimenti minerari sono esauriti. Abbiamo accumulato risorse sufficienti per le prossime sette generazioni. Il commercio prolifera. Per la prima volta nella vita sono disoccupato, aspetto che accada qualcosa sotto l’ombra di una grande roccia. La guerra, forse, o la morte. Non importa.
So bene che la mia attesa significa inefficienza, e un uomo inefficiente è un uomo inutile. Ma anche questo va bene. L’offensiva è alle porte. Schiere di carri armati si allineano lungo la spiaggia, pronti ad imbarcarsi per le isole nemiche. Aerei da guerra sorvolano i cieli per difendere la capitale. I nostri laboratori stanno ultimando la prima testata nucleare della storia dell’umanità. Meraviglie e altri enormi feticci proliferano nelle regioni dell’interno. Sorpassata la soglia dell’Era Digitale la guerra diverrà necessaria. Con ogni probabilità in quel preciso istante la mia vita avrà fine…
… perchè arriverà un giorno in cui il limite della popolazione verrà raggiunto, ma sarà necessario costruire altre armi.
E centinaia di uomini nuovi verranno generati al preciso scopo della distruzione…
… e crolleranno le università, le case saranno rase al suolo per fare spazio a nuovi laboratori nucleari, caserme diverse da quelle che conosciamo produrranno esseri mai visti prima… cyborg…
… e tutto sarà morte, e distruzione, e buio…
… e in quel preciso istante la mia vita avrà fine. Verrò soppresso per fare spazio ad altri uomini armati, ad altri aeroplani carichi di bombe.
Ma non importa. Non proverò dolore, nè gioia, perchè non ho mai conosciuto gioia nè dolore. Smetterò semplicemente di esistere, conscio di aver dato il mio piccolo contributo a questa impresa gloriosa. Morirò, e nello stesso istante moriranno tutte le donne e tutti gli uomini che come me hanno avuto uno scopo, e ora non ce l’hanno più: contadine, taglialegna, raccoglitori di cibo e ferro, pionieri, mercanti… tutto scomparirà in uno stesso istante di vuoto e silenzio.
Ora che siamo giunti alla fine restiamo a guardarci, assiepati nel luogo che è stato deciso per la nostra eliminazione. Quello che vediamo sono corpi identici in tutto e per tutto, volti coraggiosi e stupidi, sicuri, inespressivi…
… e adesso le macchine cominciano a muoversi. Le navi aprono i boccaporti, la fanteria si allinea ordinatamente davanti al porto. La bomba atomica torreggia nel centro della nostra piccola città come un trofeo.
L’Era Digitale sta per cominciare, ancora pochi secondi e sarà la guerra.
Noi continuiamo a guardarci, e non abbiamo paura. Perchè adesso lo sappiamo con certezza: l’attesa è finita, adesso abbiamo un nuovo compito.
Adesso, il nostro scopo è morire.
(photo by udronotto)