Tag: fantascienza

  • Kim Stanley Robinson, le eteropie e gli iperoggetti su Philofophy Kitchen

    L’ultimo numero di Philosophy Kitchen è dedicato al bellissimo tema filosofia e fantascienza. Tra gli altri interessanti interventi, ospita un mio contributo dal titolo Mondi dentro mondi. Eterotopie e iperoggetti nella narrativa di Kim Stanley Robinson, che potete leggere cliccando sul link.

  • Gli iperoggetti spiegati in due romanzi: Jeff VanderMeer e Kim Stanley Robinson

    Oggi su Prismo c’è un mio articolo dedicato agli iperoggetti: ne parlo attraverso due romanzi, il solito VanderMeer e Aurora di Kim Stanley Robinson. Quest’ultimo – non ancora tradotto in Italia – contiene tra le altre cose questo bell’adattamento di una famosa poesia di Constantine Cavafy: There’s no world, my friend, no New seas, no other planets,…

  • Otherworlds e il tramonto su Marte

    Siccome era festa, lunedì Emanuela e io siamo andati al National History Museum a vedere Otherworlds, una mostra fotografica sull’esplorazione spaziale musicata da Brian Eno. Ho trovato diverse fotografie evocative – gli scatti ravvcinati dell’attività eruttiva del Sole, o le immagini satellitari degli uragani sulla Terra che spiegano meglio di molti libri cosa si intende per ecosistema…

  • Il nostro scopo è morire

    (così mi ha parlato un omino di “Rise of Nation”, l’altra notte, in un momento di inaspettata lucidità)     di boring machines e nuclearfreedom             A che cosa pensano Questi umani fragili? (Baustelle)       Sono stato generato al minuto III dell’Epoca Moderna. Sono nato adulto e morirò…

  • uomo che cade

        I know a ghost Can walk through the walls Yet I’m just a man Still learning how to fall (Blonde Redhead) 28 aprile 2014. Apri gli occhi. Qualcosa ti ha svegliato. Sei confuso, non riesci a capire. Dove ti trovi? Ti guardi intorno: un treno. Qualcosa ti disturba, non riesci a capire cosa.…

  • scomparire

    I. Entrata Un giorno gli ordini erano cambiati. La politica del governo era cambiata. Un corpo speciale della polizia era stato istituito per neutralizzarci. Renderci inoffensivi, in qualsiasi maniera. Annichilirci, si diceva. I metodi ricordavano quelli delle giunte militari sudamericane. Erano richieste efficienza e discrezione. Silenzio, soprattutto. La guerra si combatteva là dove le parole…