Su Blow Up di dicembre Fabio Donalisio recensisce Essere senza casa:
Procede affabulando, Didino, seguendo la traccia ma non la rigorosa scansione di un saggio; discorre, interroga, pone questioni e abbozza ipotesi (a volte l’ombra di una tesi). Va a zonzo in un insondabile davvero troppo esteso per essere racchiuso in un unico sguardo […], costruisce per accumulazione di frammenti.